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Scandalo doping
Negli ultimi giorni ben cinque corridori della Telekom, ora T-Mobile, l'ex squadra di Jan Ullrich, hanno confessato le loro colpe. Ultimo oggi Erik Zabel, da Bonn: "Presi Epo nel '96, ma smisi presto per gli effetti collaterali''. E dal Giro il patron del Tour de France, Preud'Homme, sentenzia: "A tutti gli effetti, é come se per il ciclismo fosse caduto un altro muro di Berlino". Ieri sono stati imitati anche dai due medici della clinica universitaria di Friburgo, i dottori Lothar Heinrich ed Andreas Schmid, che seguivano il team come consulenti e dopo aver ammesso le loro colpe sono stati immediatamente licenziati anche dalla loro università. In una conferenza stampa organizzata dalla formazione che adesso fa del ciclismo pulito la sua priorità assoluta, ovvero la T-Mobile stessa, si è presentato anche Zabel, che adesso corre per la Milram di Petacchi, per dire con voce tremolante che "nel 1996, poco prima del Tour, ho deciso di far uso di Epo. Due anni prima, avevo vissuto il giorno più nero della mia carriera risultando positivo all'antidoping per una pomata. Da quel giorno non ho più voluto prendere medicine, e neppure una semplice vitamina, fino a quando, nel 1996, ho sentito parlare di questo prodotto miracoloso, l'Epo, e la mia voglia di vincere ha prevalso su tutto".Una cosa è certa nel ciclismo il doping è presente molto più che negli altri sport e le confessioni di questi giorni ne sono la prova concreta. Per quanto riguarda l'Italia bisognerà aspettare l'autunno per avere notizie relative al caso Basso.
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